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Frankie Magellano

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Frankie Magellano compone la sua musica, la fa suonare e se la canta, musica che gli dà la sensazione di essere portato in giro nel mondo, in certi posti, quei posti che con buona probabilità non vedrà ma, misera consolazione per chi ama viaggiare.

Ama da sempre quella sensazione che il teatro può dare alla musica o viceversa, il senso del dra
mma nella canzone, della deficienza, di un grottesco surreale momento che veste solo gli abiti, appunto, di un momento, quello della canzone che come una recita, una seconda vita, viene eseguita al fine solo del piacere.

La sua musica, non etichettabile e impossibile da confinare all’interno di una misera parola, è un grog dagli ingredienti unici, un mix tra Tom Waits, il migliore De Andrè e una versione ruvida di Paolo Conte.
Una musica da avan-teatro da gustare davanti e dietro le quinte.

Il vocabolario di Magellano non è molto ampio parlando proprio di vocaboli testual-canori, questo deriva da una scarsissima se non assente lettura di ogni genere di cosa e dalla completa disinformazione degli avvenimenti, non per scelta anticonformistica ma per “vero limite alla sopportazione di certa roba e scarsissima pazienza per altra..."

Frankie Magellano, musicista, scrittore, parroco e bestemmia, sposa la musica sul palco del teatro, crea e coniuga le due cose lasciando ad ognuna di loro la libertà di tradirsi a vicenda per non stancarsi mai uno dell'altra.

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